Ristorazione post covid: trasformare la crisi in opportunità rigorosamente a km zero. Lavocedellaristorazione.it

Persona In Possesso Di Verdure A Fette

Sappiamo che il settore della ristorazione è stato colpito duramente dalla pandemia e alcuni vociferano addirittura che non si riprenderà né tornerà mai più come prima. In giro, per le città vediamo scene davvero drammatiche; tanti ristoratori che si sono arresi in questo lungo periodo di pandemia con i continui lockdown, li hanno indotti a non riaprire più e quei pochi che hanno avuto la possibilità di riaprire si chiedono semmai riusciranno a tornare al periodo antecedente al Coronavirus. In Europa, in particolare in Francia e in Gran Bretagna molti esperti affermano che oltre il 75% dei piccoli e medi ristoratori indipendenti, non riusciranno a sopravvivere alle chiusure e al post- pandemia. A sopravvivere e quindi, a restare aperti saranno solo le grandi catene, le multinazionali del fast-food. Da tutto ciò si evince che le grandi aziende riusciranno ad andare avanti e marcheranno sempre di più il territorio, mentre i piccoli ristoratori si dimezzeranno fino ad annullarsi e a soccombere definitivamente.

Questo periodo di Stop dettato dalle chiusure del covid-19 costringerà ogni azienda del settore della ristorazione a ricercare nuove procedure per avere più guadagni e lucrare. In sostanza, bisognerà adattarsi alle novità, stare al passo coi tempi per poter far fruttare la propria azienda. Chi, invece, non riuscirà a star al passo con questi cambiamenti e si adagerà sugli allori non otterrà nulla e porterà la propria azienda al completo fallimento. Ad avere la meglio sarà sempre chi tenterà di rinnovarsi continuamente nel proprio settore; stando sempre sul pezzo, al fine di usare la crisi del Covid- 19 a proprio favore.

L’isolamento sociale, il coprifuoco, le distanze (non solo fisiche) tra le persone dovute al Coronavirus ha portato sempre di più a far crescere l’e-commerce a scapito delle piccole e medie pizzerie, ristoranti e locali. L’isolamento ha fatto in modo che si avvicinassero a questa pratica persone di qualsiasi età, i non habituè dell’e-commerce ma persone anche avanti con l’età e che non ha mai fatto acquisti online. Si è avuta quest’evoluzione perché in quarantena la gente ha avuto un bisogno maggiore di acquistare prodotti di tutti i generi, non potendo recarsi di persona negli esercizi commerciali, essendo chiusi.

Henry Kissinger (ex consigliere per la sicurezza Nazionale) afferma che il successo dei vari paesi è dato dall’unione di essi, al fine di anticipare i disastri e al più frenarne gli effetti e le conseguenze. Kissinger dice ancora che dopo la fine della pandemia, in alcuni Stati ricchi e all’avanguardia, i cittadini si chiederanno per quale motivo il settore pubblico ha avuto risultati così scarsi rispetto agli altri. Nel suo rapporto, (presentato nel bel mezzo della seconda guerra mondiale), William Beveridge afferma che la Gran Bretagna dopo la fine della seconda guerra mondiale avrebbe affrontato i suoi “cinque mali giganti”. Questo famoso rapporto Beveridge avrebbe portato ad un dopoguerra migliore per il paese, grazie anche alla costruzione del Servizio sanitario nazionale.

Questa pandemia sarà ricordata come un “Great reset” e non come un tornare indietro.

Ilaria Bifarini afferma che la pandemia ha offerto gli spunti necessari per effettuare dei cambiamenti dei nostri stili di vita alla realizzazione del Great reset. Senza l’avvento della pandemia, tante nuove abitudini non ci sarebbero state, una fra tutte la diffusione dell’e-commerce, lo smart working, passando per la telemedicina e didattica a distanza.

Author: redazione

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